Un precedente post dal titolo "Perchè imparare il cinese?" comparso su questo blog, ha creato un vivace dibattito e molta curiosità tra coloro che hanno già concluso i loro studi sinologici, quelli che ancora stanno combattendo con gli esami universitari di cinese e i tanti che stanno valutando se investire o meno tempo e sforzi per apprendere questa difficile lingua.
In qualità di docente di lingue straniere, credo che una lingua venga appresa per 3 ragioni principali: occupazionali, accademiche, e di sopravvivenza. Il primo caso è tipico di chi impara una lingua per affacciarsi su un nuovo mercato, il secondo è tipico dello studente che frequenta un corso di lingua in quanto imposto da una tabella ministeriale, il terzo è il caso di un emigrato che deve fare i conti con la lingua del paese in cui si è trasferito per lavoro, per amore o come rifugiato.
In ogni caso vale la regola che bisogna essere in una qualche misura incuriositi dalla cultura che quella lingua rappresenta per poterla apprendere con successo.
Detto ciò, è realistico pensare che la maggioranza dei nuovi studenti di lingua cinese abbia un piccolo se non inesistente interesse per la cultura cinese, e che stiano cercando di apprendere la lingua per i soli fini occupazionali. Ma che tipo di occupazione? Che lavoro farà il laureato in lingua cinese di domani?
Il cinese può essere un fine o un mezzo
E' un fine per coloro i quali hanno deciso di intraprendere la carriera di docente di lingua cinese, o di interprete e traduttore. Nel primo caso, si tratta di un obiettivo utopico in quanto i posti disponibili nelle università sono pari a zero, e non per la mancanza di iscritti, ma per la mancanza dei fondi ministeriali. Ve lo dice uno che ha vinto un concorso come docente di lingua cinese tre a Lecce, con un contratto però a titolo gratuito. Ergo, stiamo assistendo ad una moltiplicazione degli studenti ma ad una riduzione progressiva dell'offerta formativa, con il solo risultato che le aule si ingrossano fino ad esplodere.
Insegnare nelle scuole superiori richiederebbe ottenere (per chi è già in possesso di una laurea magistrale in Lingua e Cultura cinese) la certificazione SISS dopo un corso di due anni, che aprirebbe la strada per posti di lavoro come docente precario, ottenendo magari una ventina di ore di lavoro alla settimana ripartite in due o tre scuole.
Chi invece intende usare il cinese per fare l'interprete-traduttore o accompagnatore-guida turistica, dovrà fare i conti con la gestione di una partita IVA. Il lavoro che si riesce ad intercettare sarà sufficente per coprire le tasse?
Il cinese come strumento è invece tipico di chi apprende il cinese per usarlo come arma in più nello svolgimento di un'altra professione. Per esempio un ingeniere, uno chef, un commerciale, un artista che alle conoscenze professionali che ha di già aggiunge il cinese per ampliare il suo bacino professionale di riferimento.
Ma che dire se sei un laureato in lingua cinese che non ha altre professionalità? Sarebbe scelta molto smart iniziare a specializzarsi in un settore tecnico specifico, come per esempio quello turistico (lavorare per esempio in un tour operator), o quello meccanico (lavorando per aziende che importano o esportano macchine utensili), o quello informatico, o gastronomico, ecc...Insomma, è necessario unire al cinese delle altre competenze che facciano riferimento ad un settore specifico, che dovrete individuare in base ai vostri interessi, ma anche e soprattutto in base alle tendenze del mercato.
Un ultimo suggerimento:
Nel periodo in cui siete studenti cercate di non apprendere solo la lingua e il pensiero cinese, ma piuttosto fatevi una cultura su ciò che si intende per comunicazione interculturale, su come si fa business con i cinesi e sul mercato cinese in generale. Avrete più probabilità di essere assunti se oltre a saper parlare il cinese, saprete offrire all'azienda delle consulenze pratiche e specifiche su come operare sul mercato cinese. Cercate inoltre sin da subito di crearvi un network di contatti!
Comments