Organizzare l'orario delle lezioni
Non più di 4 ore di lezione al giorno.
È preferibile che ogni lezione sia di 2 ore, e che si svolga o la mattina o nel primo pomeriggio.
Se possibile, meglio non fare lezione la sera, ma eventualmente nel fine settimana.
Programmare due giorni liberi alla settimana per studiare e riposare, altrimenti sarà facile perdere la pazienza con gli studenti durante le lezioni.
Ogni 8 settimane fare una settimana di vacanza.
Trovare pretesti durante la settimana per parlare più volte con gli studenti (per esempio inviare un feedback sui compiti, confermare la lezione il giorno prima, inviare nuovi compiti).
Svolgimento della lezione
Iniziare la lezione con un ripasso: leggere il dialogo della volta precedente, rispondere ad eventuali domande dello studente. Poi vedere insieme un nuovo video o fumetto.
In una lezione pianificare più attività brevi di massimo 20 minuti.
Far notare la grammatica nel contesto.
Evitare l'analisi e la traduzione parola per parola dei dialoghi.
Non fare la correzione degli esercizi in classe.
Attività di lettura
Evitare l'analisi del testo perché rallenterebbe il ritmo della lezione appesantendola. Piuttosto attraverso domane ed esempi aiutare lo studente a capire le parole che non conosce senza ricorrere a traduzioni dirette.
Utilizzare le storie. A tutti, sin da quando siamo bambini, ci piace ascoltare delle storie perché ci coinvolgono, ci incuriosiscono, ci divertono. È più facile quindi tenere alta l'attenzione e l'interesse degli studenti attraverso delle storie, piuttosto che con una selezione di articoli su argomenti che anche se interessanti, non è detto che incontrino i gusti dello studente. Proprio per questo adotto il manuale "Via del Corso" di Edilingua, il quale attraverso la storia di quattro amici che si sviluppa all'interno dei 4 volumi da A1 a B2, aiuta l'insegnante a tenere alto l'interesse dello studente.
Anche una storia coinvolgente e intrigante può però alla lunga diventare noiosa se si cerca di spiegarne tutte le parole nuove e le strutture grammaticali che vi compaiono. Meglio scegliere massimo 6 espressioni e una regola grammaticale da fissare nella mente dello studente, e poi rispondere ad alcune delle sue domande.
Attività di ascolto
Attraverso gli esercizi di ascolto fatti in classe, esercitare l'orecchio dello studente, ma anche insegnargli come fare questo tipo di esercizi quando studia autonomamente.
Spiegargli per esempio che più volte ascolta meglio è, anche perché non è possibile avere già tutte le risposte dopo i primi due ascolti.
Ascolto mirato: far riascoltare le parti del dialogo che ancora non ha capito.
Prima di iniziare l'ascolto, accertarsi che lo studente abbia davvero capito il significato delle domande, anche ricorrendo a traduzioni dirette: è un esercizio di ascolto, non di lettura!
Prima di iniziare l'ascolto, introdurre il contenuto del dialogo, e attraverso un'attività ludica far emergere o ripassare alcune parole che compariranno nel dialogo.
Consentire allo studente di rispondere nella sua lingua madre: è un esercizio di ascolto, non di conversazione.
Se non le ha indovinate tutte, non sempre è necessario farglielo sapere.
Attività di conversazione
Prima input attraverso esercizi di lettura o di ascolto, o anche di giochi per ripassare il vocabolario, e poi output attraverso attività ludiche o l'uso di domande semplici e mirate. Per le lezioni di conversazione io mi avvalgo de "La prova orale" di Edilingua, uno strumento ricco di immagini, tabelle, infografiche e domande che mi permettono di rendere interessante e semplice la lezione.
Spiegare la grammatica: come?
Insegnare la grammatica in contesto.
Fare analisi comparative tra la sua lingua e la lingua che sta imparando, oppure tra la struttura nuova e una che ha già imparato, e poi attraverso delle domande aiutarlo a dedurre la nuova stuttura o regola grammaticale.
Invece di fare esercizi di completamento per fissare una regola grammaticale nella mente dello studente, piuttosto fornigli una quantità sufficiente di frasi esemplificative attraverso cui potrà capire come si usa una determinata struttura.
Far esercitare la struttura grammaticale appena appresa attraverso esercizi comunicativi.
Correggere lo studente: come?
Correggere lo studente il meno possibile e in modo mirato. Per esempio, se stiamo facendo un esercizio di grammatica, correggerò gli errori grammaticali, e non gli errori di fonetica che commette leggendo la frase.
Durante le lezioni di conversazione, non interrompere mai lo studente per correggerlo. Piuttosto prendere nota degli errori più frequenti, e parlarne alla fine dell'esercizio di conversazione.
Correggere con meticolosità gli elaborati scritti, ma lasciando sempre un commento positivo sul contenuto o su alcune strutture usate particolarmente bene dallo studente. Mettere in evidenza uno o due errori più ricorrenti, ma lasciare poi allo studente la responsabilità di analizzare la correzione fatta dal docente degli altri errori.
Sorridere sempre, lodare e incoraggiare lo studente mentre lo si corregge. Evitare espressioni tipo "questo lo abbiamo già visto in passato".
Usare la musica: come?
Ascoltare canzoni per ripassare e fissare le regole grammaticali e il vocabolario già appreso.
Ma non analizzare e tradurre il testo della canzone, altrimenti si perde di vista l'obiettivo iniziale, ovvero quello di usare la musica per variare e alleggerire la lezione.
Compiti a casa
Lo studente per progredire e per essere più attivo durante la lezione, deve dedicare del tempo tra una lezione e l'altra allo studio in autonomia della lingua. Ma escludendo le prime settimane del corso, lo studente in genere non ha la forza di volontà per studiare, e sarà perciò necessario assegnare allo studente dei compiti che lo stimolino al punto tale da avere voglia di mettersi a studiare. Già, ma che tipo di compiti? Questo può variare da studente a studente. Pertanto l'insegnate dovrà avere un dialogo aperto e sincero con lo studente e individuare quale tipo di compiti a casa lo invoglieranno a continuare a studiare.
ESERCIZI PROPOSTI DAL MANUALE. Nella mia esperienza ho notato che, a parte rare eccezioni, gli studenti non si entusiasmano per gli esercizi di lessico e grammatica proposti dai manuali, che anzi purtroppo sono spesso solo fonte di frustazione, o perché lo studente non ne capisce chiaramente le istruzioni o perché la risposta corretta può essere più di una. E anche gli studenti che hanno grande forza di volontà, seppure traggano piacere dal completare una serie di esercizi, non ottengono da questo tipo di esercizi la spinta a fare ancora di più. Inoltre, questi esercizi sebbene permettano allo studenti di riordinare le regole grammaticali apprese e familiarizzare con il lessico presentato nella lezione, non lo aiutano però affatto nelle 4 abilità di listening, reading, speaking e writing.
ESERCIZI DI ASCOLTO. Gli esercizi di ascolto, al contrario di quelli di grammatica e lessico, oltre ad essere accolti meglio dagli studenti, sono anche molto più utili per aiutarli a progredire nella lingua. Raggiungono l'obiettivo minimo di fare entrare in contatto lo studente con lingua parlata, permettono allo studente di autovalutare quanto già sa, e lo motivano a continuare ad esercitarsi. Quindi, piuttosto che assegnare agli studenti alcuni degli esercizi proposti dal manuale, sarebbe preferibile adottare un eserciziario di ascolto. In passato ho adottato "Primo ascolto" di Edilingua o "Ci vuole orecchio" di Alma, ma sinceramente sono ormai obsoleti. Quindi ho deciso di creare io un podcast per aiutare i miei studenti ad avere uno strumento per imparare ascoltando.
ESERCIZI DI LETTURA. Anche gli esercizi di lettura sono più apprezzati dagli studenti rispetto a quelli di grammatica e lessico che risultano tediosi e disconnessi. Ma attenzione! Agli studenti non piace leggere un'antologia di articoli, ma piuttosto una storia. Io motivo gli studenti a leggere una storia breve in una o due settimane. Per queste attività uso le collane di letture graduate di Alma e di Edilingua. Alla fine di questa esperienza, oltre ad aver assorbito e ripassato diverse strutture grammaticali e vocaboli, lo studente avrà anche acquisito più entusiamo per lo studio della lingua, in quanto si renderà conto che la lingua è uno strumento che in parte già padroneggia attraverso cui può svolgere un'attività pratica come quella di leggere un libro.
ESERCIZI DI GRAMMATICA E LESSICO. Anche se hanno una bassa efficacia e non sono amati dalla maggior parte degli studenti, tuttavia sono apprezzati dagli studenti che trovano piacere nell'analisi logica ed etimologica. Ma attenzione! Le istruzioni su come svolgere l'esercizio devono essere nella lingua dello studente, e a volte anche gli esempi esplicativi quando necessario devono avere la traduzione nella lingua dello studente, onde evitare che lo studente commetta molti errori nell'esecuzione dell'esercizio e quindi provi profonda frustazione senza motivo. Nella mia esperienza ho notato che la maggior parte degli studenti commette errori non perchè non abbiano capito la regola grammaticale, ma perchè non hanno ben compreso come svolgere l'esercizio.
Cosa fare se lo studente non fa mai i compiti?
Purtroppo dopo le prime settimane di lezione è fisiologico che lo studente inizi a non fare più i compiti, o comunque a dedicare sempre meno tempo allo studio della lingua. Cosa fare? e come invertire la tendenza?
Obbligare lo studente a fare i compiti non ha senso, in primo luogo perché si rischia di perdere lo studente, in secondo luogo perché lo stato d'animo dello studente mentre fa i compiti è fondamentale. Se li fa solo per senso del dovere, non imparerà nulla dagli esercizi che avrà fatto, e li farà malissimo e disattentamente con il semplice obiettivo di finirli prima possibile. E quindi che fare? La soluzione più semplice sarebbe non assegnare più i compiti, ma questo rallenterebbe il progresso dello studente, e renderebbe ancora più faticoso il lavoro dell'insegnante durante le lezioni. La soluzione corretta è invece comunicare con lo studente e capire perchè non fa i compiti.
Se è perchè li trova inutili o noiosi o difficili, basterà cambiare il tipo di compiti che si assegnano. Per esempio, uno studente potrebbe trovare noiosissimo leggere una storia breve, ma invece essere disposto a dedicare molto tempo agli esercizi di ascolto.
Se invece è perchè non ha molto tempo, allora basterà diminuire la quantità di compiti e aiutare lo studente a porsi degli obiettivi ragionevoli in base al tempo che ha a disposizione.
Se invece è perchè non ama studiare, allora bisognerà aiutare lo studente a coltivare piccole abitudini settimana dopo settimana che lo trasformeranno in uno studente diligente, dopotutto imparare è un'attività che dà soddisfazione, basterà quindi dare allo studente l'opportunità di provare la soddisfazione proveniente dall'apprendimento e il problema sarò risolto. Come fare? Dandogli esercizi semplici e brevi da fare una volta alla settimana, poi due volte alla settimana, fino gradualmente ad arrivare ad ogni giorno. Dopo di ciò, gradualmente aumentare la difficoltà degli esercizi che richiederanno anche più tempo. Durante tutto questo processo non potranno mancare le lodi sincere e momenti in cui far riflettere lo studente sui progressi già fatti.
CANCELLAZIONE DELLA CLASSE
È fisiologico che a volte lo studente voglia cancellare la lezione. Onde evitare che ciò accada alcuni insegnanti fissano delle regole sulla cancellazione della lezione. Ma questo metodo crea solo delle crepe nel rapporto tra studente e insegnante, rapporto che deve basarsi sulla reciproca fiducia e non su un contratto. Cosa fare?
Accettare il fatto che ogni studente, anche il più appassionato, a volte avrà bisogno di una pausa, o potrà avere degli impegni irrevocabili.
Rendere le lezioni così entusiasmanti che lo studente non sentirà il bisogno di prendersi una pausa. Lo studente deve sentire che la vostra lezione è un momento in cui si ricarica, e non un dispendio onoroso di energie; un momento durate la settimana di cui ha bisogno per svagarsi.
Concludere la lezione con un'attività "leggera" che non lo lasci con l'impressione che alla fine della lezione ha sempre un cerchio alla testa, e un ripasso attraverso cui si renderà conto di quanto abbia imparato, e di come abbia investito bene il tempo.
Alla fine di ogni lezione creare aspettativa per la prossima lezione, spiegando allo studente cosa imparerà.
Evitare di strariempire una lezione con troppi contenuti, con troppe parole e strutture grammaticali nuove. Ma al contrario, fare lezione ad una velocità proporzionata alla capacità di apprendimento dello studente, altrimenti sentirà il bisogno di fare una pausa per rifiatare e digerire tutto quello che gli avete presentato.
Rivedere il carico e il contenuto dei compiti. È probabile che lo studente cancelli la lezione perché non riesce a finire i compiti in tempo.
Proporre di recuperare la lezione in un altro momento della settimana.
Nel caso in cui lo studente sistematicamente cancelli le lezioni, che fare?
L'insegnante dovrà avere un dialogo aperto e sincero con lo studente. Il fatto che cancelli sistematicamente è sintomo di qualcosa che non va: ha perso interesse e vorrebbe smettere di fare lezione ma non sa come dirlo? o semplicemente ha perso interesse, vorrebbe continuare a imparare, ma non sa come motivarsi? oppure, ultimamente è più impegnato del solito?
Dopo questa diagnosi, si potrà scegliere la soluzione più adatta, che potrebbe essere prendersi una pausa, cambiare l'orario di lezione o cambiare materiale didattico. Una cosa è certa: non è un caso se lo studente sistematicamente cancelli la lezione, e per l'insegnante è fondamendale capirne il motivo prima possibile.
Essere insegnanti migliori
Essere sensibili: ogni studente è diverso, quindi non si possono applicare le stesse metodologie su ogni studente, nè tantomeno si possono avere le stesse aspettative.
Essere motivato: se si ha la percezione di non essere più entusiasta prima di una lezione o mentre se ne sta preparando una, vuol dire che è il momento di prendersi una settimana di vacanza.
Essere paziente: gli studenti hanno bisogno di tempo per coltivare buone abitudini di studio e per progredire.
Divertirsi durante la lezione: l'entusiasmo e il buon umore dell'insegnante contribuisce a creare un'atmosfera rilassata e positiva che è essenziale per l'apprendimento, e affinché lo studente continui a frequentare le lezione stabilmente.
Monitorare la propria didattica: ogni trimestre riflettere sulle metodologie applicate e i risultati ottenuti.
Dedicare del tempo per scegliere oculatamente il manuale.
Sfruttare al meglio il manuale che si è scelto dopo un'attenta analisi comparativa e la guida didattica che lo accompagna, così da poter dedicare più tempo agli studenti e non alla preparazione dei contenuti della lezione.
Investire per comprare eserciziari di lessico e di grammatica, libri di storie e di cultura per arricchire la lezione o dare compiti a casa.
Mettere gli studenti in contatto tra loro attraverso lezioni di cultura affinché possano incoraggiarsi e motivarsi a vicenda.
Registrare la lezione e a fine lezione realizzare un estratto di massimo 10 minuti con i punti salienti della lezione, per esempio un momento in cui lo studente ha performato molto bene o dove è stato presentanto un argomento nuovo su cui lo studente deve porre attenzione, raggiungendo così due obiettivi: ripassare e motivare.
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