Mi diverte moltissimo sfogliare insieme ad amici e conoscenti taiwanesi le loro foto ricordo del viaggio in Italia: il dito che regge la torre di Pisa, l’abbraccio con il centurione romano davanti al Colosseo, la slinguazzata sul gelato, la smorfia da modella con in mano un paio di scarpe Ferragamo, e soprattutto tanti balconi...si, proprio balconi! Ma non solo quelli dei palazzi barocchi o neoclassici, ma anche il balcone della signora Maria, con i geranei e lo stendino. Per capire il perchè di questo arcano, bastarebbe fare una passeggiata per una qualsiasi città taiwanese per accorgersi che i loro edifici non prevedono balconi, o se ci sono, differiscono molto dai nostri.
Dalle foto dei cinesi scattate in Italia si comprende come ci vedono loro, cosa vogliono raccontare dell’Italia una volta tornati in patria, gli stereotipi che hanno su di noi, e soprattutto si intuisce che guardiamo il mondo in modo completamente opposto: ciò che per noi è scontato per loro invece è unico e affascinante, mentre ciò che noi riteniamo elegante e pregievole, per loro potrebbe invece non essere degno di nota. Per esempio, pernottare in un B&B creato in una casa ultracentenaria dal gusto Neoclassico con all’interno quadri e sculture di valore, per noi potrebbe risultare un’accomodation molto elegante e raffinata, invece per il cinese medio si tratterebbe di una sistemazione da incubo e poco rassicurante a causa della presunta possibile presenza di fantasmi. Oppure per noi proporre ogni giorno durante il viaggio dell’ottima cucina italiana potrebbe essere una scelta delle più pregiate, ma il turista cinese ogni due giorni vuole alternare un pasto che gli ricordi casa.
E’ per queste ragioni che credo che per fare promozione turistica efficacie e mirata in Cina e per creare dei pacchetti turistici per il mercato cinese, occorra avvalersi di mediatori culturali che conoscano i modi di percepire e di comunicare dei cinesi.
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